sabato 20 dicembre 2025 -
Sei il visitatore numero: 2.586.027
Fai diventare questo sito la tua Home Page Aggiungi questo sito tra i tuoi preferiti Contattaci  Facebook Twitter
COLLEGIO GALLIO
dal 1583
Una scuola per la Vita
P.L.O.C.R.S.
PROVINCIA LOMBARDA ORDINE CHIERICI REGOLARI SOMASCHI


Sede legale: 20121 MILANO
Piazza XXV Aprile, 2
Dipendenza: COLLEGIO GALLIO
Via T. Gallio, 1 - Como
Tel. 031 269302 - Fax 031 268877
segreteria@collegiogallio.it
C.F. e P.IVA 03145110155
Il Collegio Gallio risulta conforme ai requisiti di ISO 9001 / UNI ES ISO 9001:2000 per la progettazione ed erogazione di servizi di istruzione scolastica primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Collegio Gallio


Home Page > Collegio Gallio > Il Collegio > Storia > Il Settecento > La dominazione austriaca

La dominazione austriaca

Innovazioni di Maria Teresa e Giuseppe II

Dal 1714 la Lombardia era passata sotto il dominio austriaco. Anche Como, quindi dal 1740 al 1780, si trovò soggetta alla grande imperatrice e regina Maria Teresa, a cui nel 1765 si era aggregato al trono il figlio Giuseppe.

Questi alla morte della madre, assunse il titolo di Giuseppe II e regnò solo fino al 1790. Negli ultimi quindici anni del regno di Maria Teresa e più ancora durante il Governo di Giuseppe II una grande burrasca innovatrice si scatenò su tutte le terre soggette al loro dominio. Tale burrasca fu da un lato all'origine di diversi ammodernamenti dello stato, dall'altro fu caratterizzata da una particolare ingerenza negli affari religiosi.

Nell'arco di quattro anni, nel comasco ben quattordici monasteri dovettero cessare la loro attività ed altri ancora furono trasferiti, essendo stata ordinata la cancellazione delle monache puramente contemplative, senza alcun visibile servigio o utilità né al pubblico né al prossimo. Ma l'atto che più suscitò scalpore fu l'abolizione dei Gesuiti, chiesta unanimemente dai principi e decretata alla fine anche dal papa.

Giuseppe II fu definito da Federico II di Prussia "re sagrestano" perché arrivò a fissare il numero delle candele da accendere nelle chiese durante le varie funzioni religiose. Otto giorni prima di morire Giuseppe II abolì le suddette leggi vessatorie, ma ormai il male era fatto e il suo successore Leopoldo visse troppo poco per conseguire il suo nobile intento.

 

Il ricorso delle tre pievi

La burrasca innovatrice raggiunse anche il nostro Collegio, nel 1769, per opera dei delegati delle tre pievi di Dongo, Gravedona, e Sorico che, sfruttando le circostanze favorevoli al loro intento, presentarono al governo ricorso riguardante in il fatto che da molti anni il Collegio Gallio non accogliesse tra i suoi alunni dieci ragazzi provenienti dalle sopracitate pievi come stabilito nella Bolla di fondazione. Per questi ragazzi non c'era l'obbligo di diventare sacerdoti come stabilito da un decreto del 1629 della Congregazione - de Propaganda fide - approvato dal papa Urbano VIII. Nel 1769, cioè all'epoca del ricorso fra gli studenti del Collegio se ne annoveravano solo due di quelle tre pievi, mentre ne erano presenti diciassette provenienti dalla Svizzera.

 

Decreto di Maria Teresa

Gli incartamenti riguardanti la questione delle tre pievi passarono tra le mani di diversi funzionari anche molto importanti fino ad arrivare al Governo centrale di Vienna, che, studiato nuovamente l'affare, rimise le sue proposte all'Imperatrice Maria Teresa, la quale il 6 luglio 1770, emanò a proposito uno speciale decreto in cui dichiarò: « abbiamo noi pure riconosciuto di non essere attendibile il posteriore Decreto di riforma del detto Collegio, fatto dalla Congregazione Romana della Propaganda fede perché arbitrario, emanato senza concorso del principe territoriale e destituito del R. Exequatur, come altresì pregiudizievole al diritto dei Terzi ed al bene dello Stato, e perciò confermandoci noi interamente al parere della Giunta, acciò le tre pievi suddette sieno mantenute nel loro antico diritto di essere accettati delle medesime in qualità di alunni del predetto Collegio...»

Va però notato che in quel momento le tre pievi non avrebbero avuto il diritto di avere dieci alunni in Collegio, ma solamente sei perché nella Bolla veniva loro assegnato un quinto degli posti totali, che erano trenta.

 

I visitatori dei luoghi pii

A Como, come in tutte le altre città dell'impero, il governo aveva nominato i suoi ispettori col titolo di "visitatori dei luoghi pii", incaricati di controllare tutte le attività economiche e morali degli istituti di beneficenza. In principio, però, essi trovarono qualche ostilità nell'esercizio del loro ufficio da parte dell'amministrazione del Gallio che vedeva menomata la propria autorità da questa ingerenza.

Alla fine tuttavia, in seguito alle rimostranze ufficiali dei visitatori, l'amministrazione dovette lasciarli lavorare liberamente e accettare tutte le norme che il governo aveva stabilito per tutti i luoghi pii tra cui l'obbligo di presentare ogni anno i bilanci al governo secondo il "Real Dispacio" del 5 dicembre 1771.



Salva questo testoSegnala ad un amicoStampaTorna alla pagina precedente
Pontificio Collegio Gallio - Ver. 1.0 - Copyright © 2025 P.L.O.C.R.S. COLLEGIO GALLIO - Disclaimer trattamento dati personali - Powered by Soluzione-web