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L'Accademia in Collegio

Stemma dell'Accademia degli Indifferenti

Presso la sala vicina all'attuale portineria del Collegio esiste un quadro, situato di fronte allo stemma del cardinal Gallio rappresentante lo stemma dell'Accademia degli Indifferenti.

L'artistica e preziosa cornice racchiude una tela di due metri per due che raffigura un intreccio di emblemi ricordanti le varie categorie di persone che potevano essere Membri dell'Accademia, nonché le lettere, le arti e le scienze mediante le quali gli accademici si proponevano di illustrare gli svariati temi che sarebbero stati trattati nelle loro tornate, temi suggeriti per lo più dalle solennità religiose o dagli avvenimenti politici, civili e guerreschi del tempo. Nel mezzo di questo quadro è dipinto un tavolo su cui è posta una palla, la quale sembra ripeterci il motto degli Accademici: "Veniam quocumque vocaris." (Verrò dovunque tu mi chiamerai).

L'accademia in Collegio

Non abbiamo notizie precise a proposito di quando fosse sorta in Collegio l'Accademia degli Indifferenti.

E' certo però che fin dal principio si ebbe qualche cosa di simile, poiché quando nel 1589 il vescovo Monsignor Ninguarda venne per la prima volta a visitare il luogo destinato a sede del futuro Istituto fondato dal Cardinal Gallio e abitato allora dai soli padri e convittori paganti questi lo accolsero con ogni segno di ossequio e con la lettura di versi.

Durante le rappresentazioni, gli accademici potevano essere interrogati sia dagli studiosi presenti che dagli stessi spettatori.Abbiamo notizia di diverse feste accademiche alcune delle quali avvenute in occasioni importanti come la consacrazione della nuova Chiesa (11 dicembre 1754).

In data 27 luglio 1657 troviamo registrata un'Accademia privata, che fu assai strana finì per trasformarsi in un vero e proprio esame di geografia, che gli allievi del Collegio affrontarono brillantemente, dando così prova della qualità dell'insegnamento che veniva impartito loro.

Ma fu solo nel 1759 che padre Benedetto Odescalchi, da due anni Padre Preposto del Collegio, pensò di costituire formalmente l'Accademia , che già esisteva virtualmente e che forse nel passato era stata regolarmente istituita, ma che aveva poi abbandonata o trascurata la forma ufficiale. Dapprima fu solo accademia di lettere; in seguito, quattro anni dopo, vi si aggiunsero le arti, cioè furono chiamati a farne parte anche giovani esperti nella musica, nel canto, nel ballo e perfino nel disegno.
 

Le leggi dell'Accademia degli indifferenti e momenti significativi

L'Accademia degli Indifferenti, istituita il 6 aprile 1759, ricevette uno statuto articolato in trenta punti che fissava il numero massimo degli accademici (retorici e filosofi) a ventuno, stabiliva che essi si ritrovassero quattro volte all'anno e dava basi solide e durevoli all'itera istituzione.
 
L'Accademia così costituita ebbe certamente vita prospera ed onorata fino al 14 luglio 1809, cioè fino a che i Padri Somaschi rimasero alla direzione del Collegio come corporazione religiosa; non sappiamo se abbia continuato a vivere anche dopo, né quando e perché sia stata sciolta. Sarebbe risorta per un breve periodo nel 1861.
 
L'ultima festa accademica risale appunto al 14 luglio 1809, nella quale "si celebrarono le eroiche gesta del gloriosissimo Imperatore e RE Napoleone, quelle di sua Altezza Imperiale e Vice Re Eugenio, suo figlio, e di tutti i prodi militari francesi". La serata più sontuosa presentata in Collegio dagli accademici porta invece la data 21 luglio 1761, in onore di Monsignor Peregrino che era stato nominato nuovo vescovo di Como. In tale occasione la rappresentazione si svolse nel primo cortile.
 
 
 
Approfondimenti

Origine e sviluppo delle Accademie

Il nome generico di "Accademia" trae origine dal nome dell'antico ateniese Accademo, il quale donò al popolo un ampio terreno che fu convertito in un pubblico giardino, nel quale poi Platone era solito adunare i suoi discepoli: per cui la scuola fu chiamata Accademia e Accademici i suoi scolari. Il nome "Accademia" fu i seguito assunto anche da altre scuole filosofiche derivate da quella di Platone.

Attualmente con il termine "accademia" si indica qualunque raduno di dotti studiosi, in qualsiasi ramo di letteratura o di scienza, ed il luogo stesso in cui si ritrovarono. Fin dal tempo di Cicerone il nome accademia non indicò più una scuola filosofica, ma una raccolta di letterati, poiché egli diede questo nome ad una sua villa presso Pozzuoli, nella quale soleva ospitare poeti e letterati del suo tempo, affinché ivi si intrattenessero in dotte dispute.

La società riunita da Carlo Magno fu la prima vera accademia moderna, mentre un secolo più tardi il Re Alfredo d'Inghilterra fondava la celebre Accademia di Oxford. Tuttavia fu l'Italia il primo paese in cui fiorirono accademie letterarie e scientifiche secondo la forma moderna: dal secolo XIII in avanti sorsero numerosissime accademie, tra le quali le più degne di menzione sono quella fondata da Brunetto Latini, maestro di Dante, a Firenze nel 1270, quella costituita a Palermo da Federico II nel 1300, l'Accademia Platonica di Firenze fondata da Lorenzo de' Medici, l'accademia dei Lincei sorta a Roma nel 1606 (di cui fu membro Galileo Galilei), l'Accademia della Crusca nata a Firenze nel 1580 (nota per essersi prefissa lo scopo di purificare la lingua italiana e di stamparne il Vocabolario), l'Accademia degli Arcadi, costruitasi a Roma verso la fine del secolo XVII.

Accanto a quelle di maggior importanza ne sorsero molte altre più modeste, che comunque non mancarono di dare il loro contributo nel tener desti la fiaccola del sapere e l'amore del bello tra i membri delle varie associazioni. Ogni Istituto quindi, ogni casa di educazione che raccogliesse tra le sue mura un buon numero di giovani studiosi, specialmente se benestanti, costituiva un'accademia in forma regolare e stabiliva quante tornate dovessero prescriversi ogni anno. Queste tornate erano una specie di festa, in cui i vari accademici dovevano leggere qualche loro componimento poetico, italiano o latino, raramente greco, intorno a un comune argomento che veniva precedentemente fissato. A questa festa erano invitate tutte le persone più autorevoli e dotte della città o del luogo dove era data la serata accademica, la quale veniva rallegrata di solito da canti e suoni talora anche da balli per alternare il piacere ed il divertimento degli spettatori.

In molti Istituiti, anche se non vi era un'accademia regolarmente costituita, venivano ugualmente presentate serate accademiche, non solo per esercitare l'ingegno degli allievi, ma anche per procurare loro sollievo, dal momento che quelle serate erano le feste più belle per i collegiali di quei tempi.



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