Situazione del Collegio nel 1810
Nel 1810 i padri Locatelli, Pagani, Pasquaglio e Rebustelli, assunta la conduzione del collegio in qualità di preti secolari (l'ordine dei padri somaschi era stato soppresso poco prima) dovettero inviare al governo una relazione particolareggiata sulla condizione economica e sulle attività del Collegio.
Da tale relazione possiamo apprendere come vi fossero all'epoca quattro scuole o classi, nella fattispecie quella di Grammatica Inferiore, Grammatica Superiore, Umanità e Retorica. Gli scolari che quell'anno avevano frequentato il Gallio ammontavano a 104.
Il collegio poté proseguire la propria attività didattica senza cambiamenti di rilievo, fatta eccezione per per la disposizione della Pubblica Istruzione riguardante la possibilità di unirla, nel modo più opportuno possibile, a quella del Liceo per sopperire all'assenza di due corsi di filosofia, che invece la scuola statale garantiva. Ma nei licei pubblici gli allievi erano soggetti ad una tassa consistente, mentre l'insegnamento in Collegio era gratuito, inoltre il Gallio, per adeguarsi ai metodi con cui venivano gestiti i Convitti Nazionali, avrebbe dovuto adottare una nuova formula di contabilità e di conseguenza assumere nuovi impiegati, accollandosi ulteriori spese, e soprattutto, accettando supinamente le suddette direttive, avrebbe perso la sua tradizionale autonomia nei confronti dello Stato.
Alla fine si raggiunse il seguente compromesso: il Collegio Gallio si sarebbe uniformato ai licei statali dal punto di vista didattico, gestendosi però per proprio conto in ambito amministrativo e divenendo dunque un istituto privato, a cui lo Stato avrebbe dovuto effettuare una consegna formale del fabbricato e dei mobili. Questa particolare condizione si sarebbe protratta per ben trentatré anni e cioè fino al 1843.
Il pareggiamento del Ginnasio
Durante l'epoca napoleonica venne naturalmente introdotto in Collegio lo studio della lingua francese, ma era certamente un'altra e ben più importante questione a rapire le preoccupazioni degli ex-Padri Somaschi in quel periodo: il pareggiamento del Ginnasio, le pratiche relative al quale sarebbero durate per cinque lunghi anni, dal 1818 al 22 marzo 1823, data del tanto sospirato decreto.
La necessità di ottenere il pareggiamento da parte dello Stato era maturata a seguito del fatto che la condizione di istituto privato creava una serie di difficoltà ai suoi alunni che intendessero accedere alle scuole superori dello Stato.
La forma di istituto pareggiato era una novità che aveva visto al luce negli anni di cui ci stiamo occupando ed era stata ideata da l governo austriaco, che dal 1815 aveva preso nuovamente il posto di quello francese. Il Collegio, che nel frattempo aveva già uniformato i propri insegnamenti a quelli offerti dai licei austriaci, chiese al governo, attraverso la persona del suo Rettore ex-Padre Locatelli, l'ammissione senza esami dei suoi allievi nelle scuole superiori statali. Risolti non senza difficoltà alcuni problemi concernenti la conferma dell'abilitazione all'insegnamento di alcuni professori, sebbene già presenti da tempo in Collegio, giunse finalmente il decreto di pareggiamento emanato dalla Commissione agli Studi e datato 22 marzo 1823.
Il pareggiamento delle Scuole Elementari
In conseguenza a ciò, si rese altresì necessario richiedere il pareggiamento delle Scuole Elementari del Collegio, poiché altrimenti per una motivazione formale gli scolari provenienti dalle Elementari non avrebbero potuto frequentare il Ginnasio del Collegio se non dopo essere stati esaminati da una commissione esterna. Ma gli alunni delle scuole elementari erano pochi, né conveniva per pochi istituire il corso completo delle tre scuole diverse con diversi maestri. IL 6 ottobre 1826 fu presentata alla Regia Delegazione di Como l'istanza per il pareggiamento.
Il decreto non si fece aspettare molto, infatti fu emesso il 23 dicembre 1826.