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COLLEGIO GALLIO
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L'inondazione del Cosia (1607)

L'inondazione del Cosia avvenne il 14 ottobre dell'anno 1607.
 
Questo fatto venne riportato da P. Tatti nella sua vita di San Giovanni da Meda. Ecco il suo racconto:
 
«Erano più giorni che corrucciato il cielo aveva coperta la faccia del sole con una oscura e densa nuvolaglia. Presagì con questa il diluvio formidabile che poco tempo dopo seguì; perché cominciando a piovere dirottamente in ogni parte, gonfiò di maniera il Torrente che sormontò ben presto le mura del suo recinto, e con furia inaspettata si rovesciò a' danni de' Monasteri di santa Chiara e santa Margherita, dentro i quali si fece largo, et occupò tutte le stanze sopra la terra con estremo terrore et evidente pericolo di queste buone Religiose. Soggiacque alle medesime calamità il Collegio Gallio, contro il quale ultimamente si scaricò; perché atterrate le mura della Vigna, riempì questa di litta, di sabbia e pietre d'ogni sorte. Dalla Vigna s'inoltrò ne' due Cortili, e nella Chiesa con ugual rabbia e romore, et in ogni luogo lasciò stampate orme compassionevoli del suo furore. La Chiesa restò non solo allagata, ma tutta piena di litta e seminata a sassi che malamente la difformarono.»
 
In Chiesa sotto l'Altar Maggiore a una altezza di 60 cm da terra si trovava l'arca di marmo che conteneva le spoglie di San Giovanni da Meda . L'acqua riuscì a sommergere l'intera Arca e a portare al suo interno anche dei detriti che si frammischiarono alle ossa del santo.
 
«La chiesa di Rondineto, che s'alzò a dismisura per la strana quantità della materia, di cui la colmò il torrente, restò così malconcia e ridotta a stato sì miserabile che niuno v'applicò mai l'animo a rimetterla allo stato primiero. [...] Si determinò dunque, dopo molti anni, di profanarla et ergere in altro sito nuova Chiesa per uso del Collegio.»
 
A ricordo di questa inondazione rimane una lapide di marmo.
Collegio Gallio. Lapide (attualmente posta a destra del cortile d'onore all'inizio della scala che porta ai licei) che ricorda lo straripamento disastroso del torrente Cosia il 14 aprile 1607. La chiesa di Santa Maria in Rondineto fu invasa da acqua e fango con gravi e irreparabili danni all'edificio, tanto che si adibì ad usi profani.
 
Il testo della lapide è il seguente:
 
CITRA OMNIUM AETATIS NOSTRAE
MEMORIAM COXIA REPENTINO
ERUPIT IMPETU, HASQUEAEDES
AD RUBRAM USQUE METAM
INDICE NOTATAM AQUA ET LUTO
REPLEVIT ANNO DOMINI MDCVII
DIE XIV OCTOBRIS
« Il Cosia, cosa non mai successa a memoria di tutti quelli dell'età nostra, uscì dal suo letto con repentino impeto e riempì d'acqua e di fango questo edificio fino alla meta indicata con una striscia rossa, l'anno del Signore 1607, il giorno 14 ottobre.»

 

La fabbrica della seconda chiesa

A seguito dell'inondazione si decise di profanare la chiesa vecchia e di erigerne una nuova. A questo punto ci vengono in aiuto nuovamente le parole del P. Tatti che fu testimonio di quanto racconta: «Alla determinazione corrispose l'effetto; perché l'anno 1635 si stabilì di fondare un ritratto della Santa Casa di Loreto, in una parte del giardino che riguarda la Porta della Città. Tanto seguì à gli 11 di giugno, nel qual giorno si recò Monsignor Lazaro Carafino processionalmente dal Duomo con tutto il Clero della Cattedrale e della Collegiata di San Fedele a collocare la prima pietra fondamentale: ciò che occorse doppo il Vespero dell'Apostolo S. Barnaba, con numeroso concorso e giubilo estremo della città».

Da una relazione giurata del 1684 conservata a Somasca veniamo a sapere che "della Chiesa di Santa Maria di Rondineto si fece altro uso fabbricandosi nella parte inferiore le scole e nella superiore un granaio". Le dette scuole sembra che non siano state sufficientemente igieniche.

Così fin da quell'epoca, l'antica chiesa fu ridotta parte a cantina e parte a legnaia, mentre la soffitta della medesima, cambiata dapprima in granaio, fu poi trasformata per farne delle scuole, certamente alzandone il tetto e adattando il locale a stanze abitabili.



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