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Le occasioni di divertimento e intrattenimento

Le difese di filosofia

Le difese di filosofia, che altro non erano se non pubblici esami di filosofia, presentavano qualche somiglianza con le accademie. La filosofia veniva studiata esclusivamente ed abbastanza ampiamente per due anni dopo la retorica e le difese si davano di solito ogni due anni, nel salone del Collegio, alla presenza di moltissimi invitati tra cui figuravano esponenti del clero, secolare e regolare, nobili e persone esperte in filosofia.

Durante lo svolgimento dell'esame, il professore presentava le tesi comprendenti tutta la materia studiata, poi questi cedeva la parola a tre dotti, estranei al Collegio, che rivolgevano all'esaminando domande inerenti a tali tesi.

Nel corso della prova l'allievo poteva essere interrogato anche dagli spettatori. Questo esame non veniva sostenuto da tutti gli studenti di filosofia, ma soltanto da quelli ritenuti migliori, dal momento che non tutti sarebbero stati in grado di affrontare una disputa dopo soli due anni di studio della materia, per di più di fronte ad un pubblico così numerosa e scelto.

Per dare maggior pompa alla festa, questa dispute si tenevano generalmente in onore di qualche illustra persona benefattrice o parente o protettore dell'esaminando, oppure semplicemente in onore di una persona illustre(per esempio un santo).

 

Il teatro

Un'altra occasione di divertimento, ma anche di educazione letteraria e morale,per i convittori e gli alunni, era il periodo di carnevale, poiché in quella settimana le due camerate dei convittori maggiori, qualche volta anche la terza comparivano sul palco per rappresentare di solito una tragedia e una commedia; gli alunni, secondo i desideri manifestati dai Visitatori Apostolici, non prendevano parte diretta a queste rappresentazioni, ma vi assistevano solo come spettatori.

La tragedia e la commedia erano scelte tra le migliori degli autori allora in voga; dovendo però organizzare questi intrattenimenti con un po' di sfarzo, come voleva l'uso di quel tempo, questi otto o dieci giorni di serate teatrali costavano non poco e per qualche anno se ne fece a meno o si costruirono con qualche accademia. E' naturalmente da escludersi la possibilità che le opere scelte contenessero scene indecorose od immorali, come richiedevano l'ambiente in cui venivano recitate e la persone stesse chiamate a rappresentarle, tanto più che spesso erano onorate dalla presenza del vescovo. Le recitazioni teatrali erano quasi sempre rallegrate negli intermezzi da canti, balli e pezzi musicali eseguiti con vari strumenti.

 

L'orazione degli studi

L'orazione degli studi era un discorso accademico o una conferenza letteraria che si teneva solitamente l'ultimo giorno di ottobre o nei primi giorni di novembre per inaugurare il nuovo anno scolastico, che iniziava quasi sempre il 4 novembre, giorno dedicato a san Carlo Borromeo.

Sfortunatamente, nelle relazioni dell'epoca non viene mai indicato l'argomento che l'oratore aveva scelto quale quale tema della propria dissertazione: sappiamo invece che l'orazione veniva tenuta dal padre professore della scuola di retorica e che fino all'ultimo quarto del XVIII secolo veniva pronunciata rigorosamente in lingua latina.

La prima orazione in Italiano risale al 19 Maggio del 1781. Per quanto riguarda l'argomento, era sempre scelto Fra i temi che si studiavano nella scuola di retorica. Questa conferenza aveva sempre luogo nel salone, alla presenza non solo degli alunni e dei convittori, ma anche con la partecipazione della nobiltà, del clero secolare e regolare e di tutti i più dotti e distinti personaggi della città. Anche l'orazione degli studi non sappiamo fino a quando sia durata regolarmente; può darsi che sia stata tenuta con continuità e che soltanto non si abbia più avuta la cura di stenderne volta per volta la relazione.

Abbiamo già detto che vi sono discorsi stampati per questa festa scolastica dopo il 1830. Essa sarebbe risorta, fusa con l'accademia nel 1862, anche se si sarebbe trattato di un un piccolo periodo di breve durata. In seguito si sarebbero svolte solo saltuariamente. Si sarebbero tenute le moderne conferenza o commemorazioni scolastiche.

 

Educazione morale e religiosa

Giova comunque ricordare come, a lato dei momenti di divertimento o di intrattenimento sopra esposti, perseverasse attenta, vigile e costante l'educazione al sentimento cristiano, affiancata dall'istruzione morale, religiosa e civile di tutti i giovani, ed insieme alle feste profane non mancassero in collegio le solennità religiose in cui il cuore e la mente venivano coltivati alla pietà.

Erano sempre in vigore in Collegio le regole di mons. Carafino, dettate in modo particolare per gli alunni, ma che praticamente venivano osservate anche dai convittori; queste regole facevano si che ogni convittore e ogni alunno seguisse giornalmente la S. Messa, che tutti dicessero le preghiere prescritte e che i riti religiosi, celebrati con tutta la pompa del sacro rito, rapissero ed estasiassero questi giovani



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