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Laboriosa fine e lieto principio di secolo (1887-1904)

La facciata della chiesa, le feste voltiane e lo spostamento del sarcofago di San Giovanni da Meda

La chiesa del Collegio, la cui costruzione era terminata un secolo e mezzo prima, era stata completata all'interno, ma mancava di una facciata adeguata, infatti presentava ancora a vista uno strato di mattoni grezzi.
 
Nel 1899 padre Filippo Colombo finanziò di tasca propria i lavori che, sotto la guida dell'architetto Italo Zanolini (già autore della facciata della Madonna dei Miracoli a Cantù), condussero alla realizzazione dell'attuale facciata rivolta verso piazza Cacciatori delle Alpi.
 
Il cantiere iniziò la propria opera in primavera ed il termine dei lavori è testimoniato dalla solenne cerimonia di benedizione presieduta da monsignor vescovo in data 14 dicembre. L'iscrizione posta sulla facciata (che possiamo ammirare nella foto) dice : "Aed. Hanc Lauret. Sodales a Somascha A.D. MDCCCXCIX Fronte Exorn Curarunt". I Religiosi Somaschi l'anno del Signore 1899 procurarono che fosse adornata di facciata questa Chiesa di Santa Maria di Loreto. Qualche anno dopo sarebbero state abbellite anche le fiancate della chiesa.
 
Nel medesimo anno ricorre il primo centenario dell'invenzione della pila da parte di Alessandro Volta, commemorazione che ebbe il proprio fulcro in quella famosa esposizione che sarebbe finita poi disgraziatamente bruciata l'8 luglio.
 
I Padri Somaschi diedero il loro contributo nell'ambito delle manifestazioni cittadine ospitando al Gallio più di cento rappresentanti degli studenti cattolici, pubblicando un Numero Unico per l'occasione ed organizzando una serie di conferenze tenute da membri della Società Generale degli Scienziati Cattolici d'Italia per quali venne opportunamente allestita l'aula magna del Collegio.
 
Come ultima notizia ricordiamo la decisione del padre rettore Pietro Pacifici, che subentrò nell'autunno del 1898 a padre Alcaini, di far modificare la conformazione dell'altare dedicato a San Giovanni Oldrati da Meda rendendone visibile il sarcofago. Il 26 settembre, festa del santo, fu consacrato il nuovo altare ed in tale data negli anni successivi il padre spirituale del Gallio tenne diverse volte l'orazione panegirica del santo, considerato patrono del Collegio. L'ingegner Giussani ci ha lasciato una dettagliata descrizione del sarcofago in marmo bianco che presenta sul coperchio la figura del santo, scolpita in bassorilievo a grandezza naturale in uno stile sobrio ed austero riconducibile al XII secolo.
 
 

L'ispezione del provveditore Pratesi

Nell'anno 1900 venne effettuata in Collegio una dettagliata ispezione condotta dal R. Provveditore Plinio Pratesi. Tale verifica riguardò non solo gli aspetti didattici ma anche quelli educativi e logistici. Pratesi si fermò nientemeno che una settimana per ciascuna classe ed al termine della sua visita estese una minuziosa relazione in cui, dopo aver narrato i tratti significativi del nobile passato del Collegio, espresse sincere lodi per tutto quanto poteva riguardare l'insegnamento e la formazione, ma esortò anche l'amministrazione a realizzare alcuni interventi di manutenzione straordinaria affinché la struttura si presentasse in modo consono al nome ed al prestigio dell'istituto.

 

Il nuovo dormitorio

La stesura della relazione del provveditore Pratesi era stata evidentemente guidata dal padre rettore Pacifici, dal momento che diversi fra gli interventi suggeriti erano in realtà già stati approvati dal consiglio d'amministrazione. Tutte le modifiche previste vennero apportate allo stabile del Collegio nel giro di pochi anni, ad eccezione dell'accesso al secondo piano dallo scalone e delle sale da studio.

Venne dunque costruito un nuovo dormitorio con trentatré posti letto, sopra un altro preesistente che venne contemporaneamente migliorato attraverso l'innalzamento del soffitto di più di un metro; tale operazione fu ultimata prima dell'inizio dell'anno scolastico. I lavori relativi alla demolizione della ghiacciaia ed alla realizzazione del nuovo cortiletto furono portati a compimento. La ghiacciaia abbattuta sporgeva dall'edificio della cantina a guisa di abside verso l'allora cortile della prima ginnasio.

I lavori di ripristino della facciata vennero affidati all'esperienza dell'architetto ingegner Federico Frigerio ed ebbero inizio nel 1901. L'intervento consistette nel rifacimento degli intonaci e nell'inserzione di bugne sugli spigoli allo scopo di ben delineare il profilo dell'edificio; venne poi abbellito il portale con una sobria decorazione tale da raccordare il disegno formato dalle nuove bugne con le linee della finestra soprastante.

Per il colore della facciata (nella foto la facciata esterna del Collegio) venne scelta una delicata tinta giallognola, affinché per contrasto risaltassero ancor più le nuove decorazioni. Infine si decise di sostituire le inferriate a pianterreno, adottandone un modello molto elegante, forgiato ad arco nella parte inferiore. La buona riuscita di questa fase dei lavori suggerì di affrontare il ripristino anche delle pareti del primo cortile, al fine di riportare in luce gli antichi affreschi, conservatisi soltanto sotto il porticato.

Questa fase del restauro ebbe luogo nel 1904, ad opera di un giovane artista proveniente da Olgiate Comasco, tale Fermo Brigola, che si occupò degli adornamenti di finestre ed arcate, e del pittore comasco Aristide Zambelli, autore dei busti in corrispondenza delle finestre del primo piano, degli affreschi dell'orologio e dei due leoni rampanti sotto il poggio di fronte all'orologio. Si noti che fu proprio durante questi restauri che l'orologio acquisì nuovamente l'originale configurazione a due quadranti, al posto di un unico quadrante in posizione centrale, prima situato dove ora campeggia lo stemma del Cardinale. Nel corso del medesimo anno, sempre lo Zambelli realizzò i dipinti sotto i portici di collegamento fra il primo e il secondo cortile.



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