L'arrivo del nuovo rettore e le difficoltà causate dalla guerra

Nei primi di agosto del 1914 scoppiò la prima guerra mondiale. Mentre in Europa soffiavano venti di guerra in Collegio giunse il nuovo rettore P Francesco Salvatore che subentrò a P Vincenzo Sandrinelli.
Il nuovo rettore, giunto in Collegio il primo novembre 1915, affrontò la direzione nel tormentato periodo del primo conflitto mondiale e nell'immediato dopoguerra riuscendo a garantire la continuazione della vita di studio e disciplina del Collegio.
A distanza di tempo così ricordava il suo primo periodo passato al Gallio: «Fui rettore nel terribile periodo della guerra mondiale, quando la gioventù italiana era chiamata alla difesa della Patria. Anche dal nostro Collegio, ad intervalli, i nostri giovani partivano e noi li vedevamo pieni di ardore e di entusiasmo accorrere alla voce della Patria minacciata dallo straniero. Giungevano di tanto in tanto le notizie dei convittori ed ex convittori caduti eroicamente sul campo. (...) Onore ai prodi che, educati nel glorioso Collegio Gallio, caddero per la grandezza della Patria. »
(Giornalino del Collegio, VII Cinquantenario di Fondazione, 1933, p. 50)
Oltre ai giovani furono chiamati alle armi anche i professori. Ci fu quindi la necessità di provvedere alla supplenza degli insegnanti, compito che comportò grandi difficoltà, come pure nel trovare camerieri e prefetti specialmente quando furono chiamati alle armi tutti i giovani che avessero raggiunto il diciottesimo anno di età.Altra difficoltà causata dallo stato di guerra fu la penuria di carbone e viveri.
Alla mancanza di carbone si cercò di ovviare con grandi acquisti di legna e poi facendo tagliare legname nei boschi di proprietà del Collegio. Quanto all'acquisto di viveri l'Amministrazione fu provveduta del necessario dal municipio. Le rette furono alzate per far fronte al caro dei prezzi senza però gravare troppo le famiglie.
L'Amministrazione si sobbarcò volentieri a delle perdite ma i ragazzi furono sempre ben nutriti e il Collegio a differenza di altri istituti rimase aperto. Il Libro degli Atti, in data 8 dicembre 1915, infatti testimonia: «Essendo la festa dell'Immacolata, i ragazzi alla sera ebbero il tradizionale risotto, i dolci ed un bicchiere di vino in più, il tutto consumato nella più schietta allegria.»
La fine del conflitto mondiale
Giunse finalmente la fine della guerra. Il 3 novembre 1918 terminò la gigantesca battaglia fra esercito italiano e quello austro-ungarico. Il comando austriaco firmò la resa definitiva segnando così la vittoria italiana.
Il 7 novembre nel Duomo di Como si cantò il solenne Te Deum di ringraziamento per la vittoria ottenuta dall'Italia; tre giorni dopo si fece lo stesso nella Chiesa del Gallio. L'atmosfera di quei giorni la possiamo ben comprendere da quanto si legge nel Libro degli Atti in data 12 novembre: «Oggi un grandioso corteo promosso dal Municipio percorre le vie della città, per festeggiare la fine della guerra. la sera illuminazione generale delle case e degli edifici; fu illuminata tutta la facciata del Collegio con lampioncini a tre colori, specialmente la ringhiera del balcone del salone sopra il portone principale. Le bandiere rimasero esposte per parecchi giorni, le campane suonarono a festa per parecchio tempo, specie al passaggio del corteo.»
Il p. Rettore nelle note di fine anno del Libro degli Atti scriveva: «È l'anno della fine della guerra mondiale. Era tempo, e dobbiamo ringraziare il Signore doppiamente, perché è finita la guerra ed è finita con la nostra vittoria.»